Quindicesima tappa da Bourg-en-Bresse a Culoz lunga 159 km,
senza dubbio la tappa più difficile della seconda settimana di questo Tour in
cui si sperava, ormai stanchi di un’attesa inutile, negli attacchi degli uomini
di classifica al padrone assoluto della corsa, ma così non è stato anche se va
dato il merito all’Astana di averci almeno provato.
La tappa si è presto divisa in due: in avanti una fuga di 30
uomini con corridori di primissimo piano tra i quali Nibali, Pozzovivo,
Alaphilippe, Majka, Domoulin, Pantano, Navarro, Zakarin, Pauwels e Reichenbach;
mentre da dietro dirigeva molto placidamente l’inseguimento il team Sky.
Majka si è aggiudicato il primo gpm del Col du Berthiand
mentre Voeckler il secondo del Col du Sapel, in cima al quale il gruppo è
transitato con 6’20” di distacco.
La testa della corsa si è iniziata a dividere con il
tentativo di Pauwels, che si è aggiudicato il gpm di terza categoria di
Pisseloup, con Majka che con il secondo posto a quel gpm tornava virtualmente
in possesso della maglia a pois.
Il tentativo veniva ricucito ed in seguito a provarci è
stato Domoulin con il connnazionale van Baarle mentre al loro inseguimento si è
portato Vincenzo Nibali che riusciva a rimontare su Domoulin solo con l’aiuto
di Pantano e Pozzovivo. Il loro tentativo è stato riassorbito in fretta dal
resto della fuga.
A smuovere in seguito le acque è stato Navarro con un
tentativo che ha messo in difficoltà Nibali e Domoulin. A scattare
ulteriormente è stato Zakarin seguito da Majka, mentre nel gruppo l’Astana
iniziava a muoversi mettendo davanti a tirare Fuglsang e Kangert. In cima al
Grand Colombiere transitavano per primi Majka e Zakarin seguiti da Alaphilippe,
Pantano, Reichenbach e Vuillermoz mentre da dietro l’Astana continuava il
forcing con un ottimo Diego Rosa che metteva in fila il gruppo.
In discesa Pantano e Alaphilippe riuscivano a rientrare
sulla coppia di testa che tornava ad essere una coppia dopo qualche km a causa
delle difficoltà di Zakarin in discesa dopo il volo sull’Agnello, e la caduta
di Alaphilippe.
Dietro Nibali veniva ripreso dal gruppo
e si mettevano in testa a tirare il gruppo fino all’imbocco della seconda
ascesa del Gran Colombiere dove il successivo lavoro di Rosa ha permesso l’attacco
di Aru seguito poco dopo da Valverde, ma il ritmo imposto da Poels ha permesso
al gruppo dei big di rientrare poco dopo.
Davanti Majka con due scatti riusciva a staccare Pantano e a
transitare per primo in cima al gpm e ad involarsi in discesa verso la
vittoria, ma Pantano con le sue doti di velocista si è riportato sul polacco e
anche il duo AG2R e FDJ sembrava potesse rientrare.
Tra i big a tentare è stato Bardet, ma anche in questo caso
il team Sky ha ricucito agevolmente.
Allo sprint finale ha vincere è Pantano nonostante fosse
passato in testa ad un km dall’arrivo restando nella posizione peggiore per
lanciare lo sprint. Dopo essere transitato con l’ombrello sotto la pioggia sul
traguardo di Andorra oggi può finalmente alzare le mani al cielo anche se
avrebbe potuto festeggiare ancora con l’ombrello seguendo l’esempio di Pirazzi
al giro 2014.
Come avrebbe potuto esultare ancora con l'ombrello |
Così ad Andorra |
Come ha poi esultato |
I big nuovamente tutti insieme, con l’eccezione di Van
Garderen.
Voto tappa: 7. Media tra il 10 dei fuggitivi che hanno
animato la corsa portando spettacolo e incertezza là davanti e il 4 per coloro
che sono considerati big, che hanno anestetizzato la corsa rendendola ancora
una volta noiosa. Ci si chiede se non valga la pena finire una settimana in
anticipo se tanto Froome ha già vinto.
Il migliore: Pantano. Grandissimo a non arrendersi sull’ascesa
finale e a riportarsi in discesa su Majka, ottima anche la gestione dello
sprint, bravo a portarsi davanti per evitare il surlace e il remake della coppa
Placci ’92.
Il peggiore: Van Garderen. Ad inizio Tour qualcuno lo
metteva un gradino sotto Froome, Quintana e Contador, evidentemente sbagliava.
Fugone 5.
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