Dodicesima tappa da Montpellier al Mont Ventoux lunga 184
km.
Si parte già male con l’amputazione del monte più
significativo di questo Tour accorciato di quasi 6 km.
Parte subito la fuga composta da 14 corridori: Bertjan
Lindeman, Sep Vanmarcke, Stef Clement,
Serge Pauwels, Daniel Teklehaimanot, Paul Voss, André Greipel, Thomas De Gendt,
Bryan Coquard, Sylvain Chavanel, Julian Alaphilippe, Iljo Keisse, Dani Navarro
e Cyril Lemoine.
Diego Rosa e altri avventurieri hanno tentato di riportarsi
sulla fuga, ma il loro tentativo è stato stoppato dal gruppo dopo diversi km.
Dietro a farla da padrone sono state le cadute e i ventagli,
vittime illustri Sagan e Pinot, ma anche Fabio Aru è stato vittima di un
problema meccanico che lo ha costretto ad un lungo e difficoltoso inseguimento
portato a termine grazie alla caduta in testa al gruppo di Gerrans e di parte
del team Sky che ha causato un rallentamento del gruppo.
La fuga ha iniziato la salito del Mont Ventoux con un
vantaggio di 7’ sul gruppo con un sorprendente Greipel che come ha sostenuto
Pancani forse ispirato dal Petrarca ha voluto provare l’ebrezza dell’ascesa in
solitaria del Mont Ventoux, ma l’ispirazione è stata sostituita rapidamente
dalle povere gambe che gli hanno ricordato che se le volate forse un motivo c’è.
In testa si è formato una coppia con Pauwels e Navarro sui
quali è riuscito a rientrare De Gendt che grazie ad uno scatto nei km
successivi è andato a vincere conquistando anche la maglia a pois.
Dietro invece finalmente Quintana provava a muoversi con tre
scatti, ma Froome è riuscito a gestirli grazie ai compagni di squadra, per poi
attaccare lui in prima persona con i soli Porte e Mollema che riuscivano a stare
con il britannico. Da sottolineare l’azione dell’olandese che è riuscito a
tornare sui due dopo un momento di iniziale difficoltà. Buona anche la corsa di
Fabio Aru che restava facilmente con gli altri uomini di classifica.
Mentre i tre guadagnavano abbastanza sugli avversari
avveniva il patatrac: Porte centrava in pieno una moto e il trio cadeva a terra
con il solo Mollema che riusciva a ripartire in fretta mentre gli altri due
hanno avuto più problemi e sono stati ripresi dagli inseguitori con Froome
costretto a proseguire di corsa e a cambiare due volte la bici dopo aver
provato inutilmente a pedalare su quella del cambio ruote.
Al traguardo Froome è arrivato attardato rispetto ai big e
anche Quintana ha perso qualche secondo da Aru, tuttavia dopo una lunga
deliberazione della giuria Froome e Porte sono stati segnati con lo stesso
tempo di Mollema, anche se la Trek ha fatto ricorso.
Voto tappa: 2. Non possono esistere queste scene al Tour.
Il migliore: De Gendt. Ottima azione che salva un minimo
questa tappa.
Il peggiore: l’organizzazione. Vergognosi, scene che manco
alla sagra del carciofo e non è la prima volta a questo Tour. RCS 2 ASO 0.
(Froome ti aspettiamo al Giro l’anno prossimo).
Fugone 5
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