sabato 9 luglio 2016

La bella storia della Dimension Data



Questo Tour ci ha regalato una bella sorpresa, l’affermazione della Dimension Data che per ora sta monopolizzando la corsa a tappe francese, battendo corazzate decisamente superiori al seppur ottimo livello della formazione africana.

La Dimension Data quest’anno è stata la prima squadra africana a ricevere la licenza UCI world Tour portando avanti il progetto iniziato nel 2007 dall’ MTN-Qhubeka. Questa squadra ha visto nel ciclismo un’opportunità di sviluppo dell’intero continente, concetto rappresentato proprio dalla parola Qhubeka che significa in Nguni, dialetto africano, progresso. Progresso che la squadra mira a far raggiungere con la donazione di 5000 biciclette in modo da cambiare la vita della popolazione permettendo spostamenti più rapidi e aumentando la possibilità di spostamento (se siete curiosi cercate maggiori informazioni su bicycleschangelives.org).

Passando al ciclismo pedalato, l’MTN inizia farsi conoscere al grande pubblico europeo, dopo aver corso per anni solo nel continente nero, nel 2013 quando a sorpresa Ciolek si impone alla Milano-San Remo, nell’anno successivo la squadra non riesce ad ottenere grandi risultati dovendosi ancora adattare al grande ciclismo mentre nel 2015 la squadra fa il salto di categoria acquistando ottimi corridori come Cummings, Theo Bos, Boasson Hagen, Goss, Farrar e Pauwels. La squadra permette l’esplosione di Louis Meintjes, attuale uomo classifica Lampre al Tour, che si aggiudica la settimana internazionale Coppi e Bartali, di Teklehaimanot che si aggiudica la classifica degli scalatori al Delfinato e anche al Tour riesce ad indossare la maglia a pois per 4 tappe, mentre alla Vuelta con Sbaragli riuscivano a conquistare una tappa e Boasson Hagen vince il Tour of Britain.

Nel 2016 si assiste ad un ulteriore salto di livello con l’ingaggio di Cavendish che ha fruttato negli scorsi giorni.

 La vittoria di Cummings è stata la ciliegina sulla torta e le occasioni per conquistare altre tappe ci sono ancora, la squadra pedala portando su di sé le intere speranze dell’Africa che forse nella bici potrà trovare il suo riscatto, chissà se un giorno vedremo lottare un corridore di questa formazione per la maglia gialla, se al primo anno tra i big del ciclismo sono arrivati questi risultati non ci sarà troppo da aspettare.

Fugone 5.

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