domenica 24 luglio 2016

Le pagelle del Tour

Eccole qua:
Chris Froome: voto 8. Il britannico conquista il suo terzo Tour. Questa volta senza impegnarsi neanche più di tanto data la pochezza dei suoi avversari. A parte Bardet è stato l’unico big che ha provato ad inventarsi qualcosa, il che spiega anche perché sia stato il Tour più noioso della storia, bello il suo attacco in discesa, geniale il ventaglio con Sagan, ridicola la corsa a piedi sul Mont Ventoux e la successiva pedalata in triciclo. Ci sono mancate le sue frullate, vuoi che sia colpa dei controlli telematici alle bici? Corri Chris corri.

Romain Bardet: voto 9. Il derby dei galletti se lo aggiudica lui e riesce a salvare almeno il buon nome del Tour con una azione degna di questo nome nella penultima tappa. Non ci ha provato il giorno dopo, ma a 26 anni per un francese poter salire sul podio è già un sogno. Tra i terribili della classe ’90 può diventare il dominatore. (Ringraziamento mio personale per i punti conquistati al fantabike) Chapeau Romain.

Nairo Quintana: voto 2. Non lo sa neanche lui come è finito sul podio. Era la speranza per tutti coloro che non possono sopportare Froome è riuscito nella difficile impresa di annoiare più di lui: ha fatto due scatti in tutto il Tour a poche centinaia di metri dal traguardo di Morzine e su un Gpm di quarta categoria prima di Parigi. Cosa ti è successo Nairo? La bella addormentata gialla.

Adam Yates: voto 9. La rivelazione di questo Tour. La Gran Bretagna ha già trovato il dopo Froome. Avrebbe meritato il podio gli sono mancate le gambe, ma ha tutto il tempo per vincerlo. La Storia gli darà ragione.

Richie Porte: voto 7. Il migliore gregario di Froome dopo Poels, per la prima volta nella sua carriera regge tre settimane ad alto livello è sempre lì a giocarsela, ma non affonda mai il colpo contro il suo ex capitano. Senza la caduta in piano nella prima settimana sarebbe sul podio. Uomo partita Sky (Extra)

Peter Sagan: voto 10. Se non ci siamo tagliati le vene completamente durante questo Tour lo dobbiamo a lui. Ha sfatato la maledizione Tour ed ha vinto su tutti i terreni. Ha dato spettacolo anche senza bici e si è dimostrato un ottimo gragario. Bomber assoluto. (#PeterVieniAlGiro).

Mark Cavendish: voto 9. Forse non lo credeva neanche lui che si sarebbe ripreso lo scettro di re degli sprinter, ma così è stato. Merckx è a 2 lunghezze, l’anno prossimo ha l’obbligo di provare a batterlo per entrare nel Mito e anche per il mondiale è da tenere d’occhio. God save the Cannonball.

Greipel e Kittel: voto 6. Servito tanto lasciare il giro eh cari crucchi? Una tappa a testa e nulla più. Greipel si può godere l’arrivo sugli champs elisèe ma dopo 2 anni di dominio assoluto#ciaopoverilafestaèfinita.

Vincenzo Nibali: voto 7. Dispiace un po’ per il discorso classifica generale, se ci avesse pensato un po’ seriamente almeno il podio sarebbe stato stato alla portata. Ha entusiasmato per le fughe il lavoro da gragario nei confronti di Aru. Per Rio incrociamo le dita sarebbe il coronamento di una carriera eccezionale. Campione Vero.

Fabio Aru: voto 6. Considerando che è il suo primo Tour la sufficienza è meritata. La crisi nella penultima tappa ci può stare, prima aveva tentato qualcosa ma le gambe non erano al meglio. Ottima la cronoscalata conclusa al terzo posto. Ajo Fabio riprenditi.

Joaquin Rodriguez: voto 8. Ultimo Tour per lui. I giovani hanno solo da imparare. Ci mancherai campione.

Rafa Majka: voto 7. Seconda maglia a pois per lui, il ritiro di contador è stato fondamentale per raggiungere l’obiettivo. È mancata la vittoria di tappa. La pimpa.

Pantano: voto 8. Dopo Atapuma ci siamo innamorati di un altro Colombiano. Pantano è passato dall’arrivare tra gli ultimi sotto l’ombrello a trionfare in una delle tappe più difficili. Se ci sono le parole montagne e fughe lui c’è. Avrebbe meritato il premio combattività. La Colombia che ci piace.

Fugone 5.

giovedì 21 luglio 2016

XVIII Tappa del Tour

In poche parole? La maglia gialla orami è sinonimo del corridore britannico Chris Froome, che ne veste i colori fondendosi ad essa in maniera indissolubile.

La tappa in programma per oggi prevedeva una cronoscalata con partenza da Sallaches e arrivo a Megève. Il percorso, pur non essendo particolarmente insidioso in termini di lunghezza, presentava notevoli difficoltà dal punto di vista altimetrico, basti pensare al "colpo d'occhio" che ci offre il profilo di questa giornata di corsa.



La cronoscalta - non propriamente di casa al Tour - è stata un'altro colpo di scure da parte di Froome sugli avversari. Il suo stile in bicicletta non sarà dei migliori sotto l'aspetto estetico, ma i risultati sono incredili. Con la tappa di oggi il corridore della Sky ha ulteriormente evidenziato le proprie possibilità, soprattutto ripensando ai progressi da lui dimostrati rispetto agli scorsi anni: è stato incisivo in discesa, in salita (per lo meno fino a questo momento), in pianura è riuscito a condurre ad alti ritmi il treno dei suoi compagni di squadra e, come se non bastasse, ha vinto anche la crono. Certamente il miglior Froome di sempre.
La vera rivelazione della giornata odierna, però, è stata certamente Fabio Aru. Il giovane sardo è riuscito nell'impresa di competere con i tempi dei "grandi", collocandosi in terza posizione a una trentina di secondi dal leader della classifica generale, recuperando diverse posizioni nella classifica per la maglia gialla. Le sue parole, al giro di boa della corsa, sono state: "Sono contento, l'importante è dare il massimo fino alla fine. Dobbiamo essere molto concentrati, comunque vada è stata una grande esperienza, ne esco con un bagaglio tecnico superiore". Parole di un umile-grande-campione. 
Ma non è tutto, Aru si è anche espresso in maniera estremamente positiva sul suo compagno di squadra, il celeberrimo Vincenzo Nibali, definendolo come un elemento insostituibile del proprio entourage. Il siciliano quest'oggi ha ottenuto un buon piazzamento (quindicesimo), soprattutto ripensando all'ultima cronoscalata del Giro d'Italia. Un buon segno in vista della prova olimpica.

Al termine della prova l'ufficializzazione dei risultati è il seguente:

1) Christopher Froome                  in 30'43"
2) Tom Dumoulin                          a  0'21"
3) Fabio Aru                                  a  0'33"
4) Richie Porte                                     s.t.
5) Romain Bardet                          a  0'42"
6) Thomas De Gendt                     a  1'02"
7) Ion Izaguirre                              a  1'03"
8) Joaquin Rodriguez                     a  1'05"
9) Louis Meintjes                           a  1'10"
10). Nairo Quintana                              s.t.
12) Alejandro Valverde                  a  1'18"
15) Vincenzo Nibali                       a  1'23"
16) Adam Yates                                    s.t.
17) Bauke Mollema                        a  1'25"
18) Daniel Martin                           a  1'28"


Per quanto riguarda, invece, la classifica generale:

1) Christopher Froome                  in 77h55'53"
2) Bauke Mollema                          a    03'52"
3) Adam Yates                                a    04'16"
4) Nairo Quintana                           a    04'37"
5) Romain Bardet                           a    04'57"
6) Richie Porte                               a    05'00"
7) Fabio Aru                                   a    06'08"
8) Alejandro Valverde                    a    06'37"
9) Louis Meintjes                           a    07'15"
10) Daniel Martin                           a    07'18"


Fugone 3 

mercoledì 20 luglio 2016

XVII tappa del Tour - riassunto

XVII tappa da Berna a Finhaut-Emosson

Inizia la GMG e la redazione di Viva la Fuga e` in trasferata in Polonia, fortunatamente i nostri simpatici ospiti ci hanno messo a disposizione il computer, e` interessante notare come la tastiera polacca non sia dotata di e accentata e quasi tutte le parole me le segna sbagliate.

Fra uno spostamento in pullman e una messa non abbiamo mancato di aggiornarci sul nostro beneamato Tour.

184 chilometri e tanta montagna, arrivo in salita a Finhaut-Emosson Hors Categorie...massacrante!

Oggi sul traguardo di partenza non vediamo Mark Cavendish che ieri ha annunciato il suo ritiro

La tappa inizia bene con una caduta di Braguil al primo chilometro, accompagnato dalla sapagnolo Izzaguirre, nulla di che per il francese che torna subito in corsa, il Movistar deve invece ritirarsi.
Nessuno vuole uscire dal gruppo che passa i primi chilometri compatto, al chilometro quattordici si lanciano in fuga quattro uomini ma con poco successo, ci provano poco dopo un Lotto-Jumbo e un Lotto-Soudal ma anche loro sono subito ripresi. Qualche chilometro in fuga lo fanno anche Navardauskas e Cousin, poi ancora cinque corridori ci provano, oggi per le fughe non c`e` molta fortuna...fa abbastanza pensare il fatto che il gruppo nella prima ora si sia mosso a una media di 52km/h.

Gougeard, Brauil, Dam e Impey trovano invece lo spunto giusto sulla salita della Cote de Saanemoser, GPM di terza categoria, primo di giornata, e transitano a 20`` dal peloton. Poco dopo Gougeard rallenta e in fuga rimane a tre ma i tre resistono per poco.

A cinque chilometri dall`arrivo al secondo GPM ad attaccare e` Majka, seguito da Sagan. Kangert, Clement, Durasek e Gallopin sono adesso in testa seguiti da sette uomini fra i quali i gia` citati Majka e Sagan. Dopo poco la fuga sale a undici uomini, compreso il nostro Domenico Pozzovivo. La fuga inizia a guadagnare minuti e al chilometro settantotto e` a poco piu` di 3`, vantaggio che andra` a salire a 6` in un primo momento ma che raggiungera` quasi i 10`.

Quasi sulla cresta della Cote de Mosses troviamo quattro gruppi: gli undici battistrada, Van Avermaet, Lutsenko e Voeckeler all`inseguimento seguiti a loro volta da Pauwels, Losada e Alaphilippe. Il secondo gruppo impiega poco a raggiungere i fuggitivi, mentre al "gruppo Alaphilipppe" resta a 2`.

A trenta chilometri dal traguardo troviamo lo sprint intermedio che naturalmente viene vinto dalla maglia sempre piu` verde di Sagan che incassa i venti punti, il campione del mondo ha fatto anche oggi il suo dovere e ora puo` riposarsi, lo rivedremo a 27` di ritardo al traguardo impennare con arroganza davanti alle telecamere...IDOLO!

Ci avviciniamo al traguardo e parte l-attacco di Gallopin seguito da Lusenko, l-Astana di li a poco lascera` il francese per partire da solo ma anche lui sara` ripreso da Clement dopo qualche chilometro.

A vincere il GPM di prima categoria e` il polacco Majka che parte insieme a Pantano distanziando i ventitre` del gruppo maglia gialla che trasita a 10` sulla Forclaz. 

A otto chilometri si unisce agli apripista Zakarin che di li a poco lascera` i due per dirigersi in solitaria alla vittoria di tappa. Seguono Pantano e Majka, per gli uomini di classifica bisognera` attendere 8`: da prima parte Aru che pero` viene ripreso, cedono dietro Froome Quintana e Mollema, solo Porte riesce a stare insieme al capitano Sky.

Hombre del dia: Hilnur Zakarin, un mese fa era mezzo morto sulla discesa dell`Agnello, oggi lo troviamo vincitore di una tappa per nulla scontata. Speriamo di vederlo lottare nei prossimi anni per le posizioni di veritce, il talento c`e`!
Il peggiore: Nairo Quintna, poverino...pero`! Speravamo di vederlo combattere per la maglia del primato, invece non riesce a stare a ruota del suo diretto avversario, non sembra per nulla in condizione anche se dopo la Route du Sud i segnali non sembravano questi!
Voto alla tappa: 7/10, lo spettacolo c`e` stato, sia davanti che dietro, Froome domani potrebbe definitivamente uccidere la gara.


https://twitter.com/LeTour/status/755789989842128896?lang=it

Fugoni2e5

Tour de France - XVII Tappa

Nel corso della giornata odierna, si è corsa la diciassettesima frazione della corsa più importante al mondo. Il percorso ha costituito il primo approccio alle salite alpine e di conseguenza è stato un importantissimo test per i corridori in vista degli ultimi giorni di corsa prima dell'arrivo sull'Avenue des Champs-Elysées. Nello specifico esso prevedeva un tracciato di 184,5 Km con partenza a Berne e arrivo a Finhaut-Emosson, caratterizzato da molteplici insidie altimetriche.


La corsa, ancora una volta, è stata caratterizzata dalla predominanza della squadra Sky, come sempre una grandiosa macchina da guerra, che è riuscita a mantenere ritmi elevatissimi per tutta la corsa che hanno fiaccato i capitani e i relativi compagni delle formazioni rivali.
Come di consueto per le tappe di montagna, la corsa è stata duplice: la prima finalizzata alla vittoria di tappa, la seconda volta al consolidamento della classifca generale. La prima è riuscita ad aggiudicarsela il russo Zakarin, protagonista di un vivacissimo confronto con Pantano e Majka (che mantiene la vetta della speciale classifica riservata agli scalatori).
La seconda, quella più importante, si è risolta negli ultimi due Km, percorrendo una rampa con una pendenza massima del 12%, in cui Froome ha mostrato nuovamente tutta la sua potenza, consolidando sulle sue spalle la maglia gialla. A nulla sono serviti i tentativi degli uomini dell'Astana (Nibali e Rosa in primis) che hanno tentato collettivamente prima e poi singolarmente con il loro capitano Fabio Aru di spossare le gambe dei rivali e recuperare secondi preziosi. Inutili sono stati i tentativi di Quintana di rimanere sulle ruote degli avvversari. Froome non solo non si è limitato a resistere, ma aiutato anche dal suo ex-compagno di squadra Porte, è stato in grado di guadagnare ancora ulteriore distacco dagli altri uomini di classifica, oramai spossati dal lavoro compiuto. Il più penalizzato da quest'ultima azione è risultato infatti lo scalatore colombiano Nairo Quintana, transitato all'arrivo con 26 secondi di ritardo dal corridore britannico.

I primissimi corrdidori a tagliare il traguardo sono stati:



1) Ilnur Zakarin (RUS-Katusha)
2) Jarlinson Pantano (COL-IAM Cycling) a 55''
3) Rafal Majka (POL-Tinkoff) a 1'26''
4) Kristijan Durasek (CRO-Lampre Merida) a 1'32''
5) Brice Feillu (FRA-Fortuneo Vital Concept) a 2'33''
6) Thomas Voeckler (FRA-Direct Energie) a 2'46''
7) Domenico Pozzovivo (ITA-Ag2r La Mondiale) a 2'50''
8) Stef Clement (NED-IAM Cycling) a 2'57''
9) Steve Morabito (SUI-FDJ) a 4'38''
10) Richie Porte (AUS-BMC) a 7'59''



La classifca generale, invece, risulta essere la seguente:

1) Chris Froome (GBR-Sky)
2) Bauke Mollema (NED-Trek Segafredo) a 2'27''
3) Adam Yates (GBR-Orica Bikexchange) a 2'53''
4) Nairo Quintana (COL-Movistar) a 3'27''
5) Romain Bardet (FRA-Ag2r La Mondiale) a 4'15''
6) Richie Porte (AUS-BMC) a 4'27''
7) Alejandro Valverde (ESP-Movistar) a 5'19''
8) Fabio Aru (ITA-Astana) a 5'35''
9) Daniel Martin (IRL-Etixx Quickstep) a 5'50''
10) Louis Meintjes (RSA-Lampre Merida) a 6'07''


Fugone 3 

martedì 19 luglio 2016

Tour de France-Il punto della situazione parte 2

A 5 tappe dal termine proviamo a vedere a che punto sono i big e il discorso per le varie maglie.

Maglia Gialla

Froome sembra che il terzo successo sia quasi in saccoccia, per ora è quello che ha dato più spettacolo in tutti i terreni ( il che spiega anche perchè questo sia il Tour più noioso degli ultimi anni), ha la squadra più forte anche se le frasi dette ad Aru e Quintana siano una sottile tattica psicologica o possano nascondere un po' di nervosismo ( per maggiori info chiedete al nostro psicologo Fugone 4). Per ora il maggiore pericolo per lui sembra essere Mollema anche se sulla sua tenuta sulle 3 settimane permangono ancora dubbi. Yates sulle salite sembra sempre al limite, difficile che provi a ribaltare la corsa.
Quintana è il grande punto interrogativo di questo Tour: a suon di il Tour è ancora lungo e attacco domani arriviamo sulle Alpi senza aver visto un suo attacco, il sueño amarillo sembra svanire, il compagno Valverde esce da un Giro e anche su di lui i dubbi sulla tenuta sono molti.
Porte sembra non si sia accorto che corre per la Bmc e non per la Sky dimostrando di essere il miglior gregario di Froome.
Gli unici nei quali sono appese flebili speranze per provare a cambiare il corso della storia sono Bardet e Aru che possono puntare sull'offensività delle proprie squadre.

Maglia Verde

Il discorso è praticamente chiuso con il quinto successo consecutivo, deve solo arrivare a Parigi.

Maglia Bianca

Anche qui il discorso è simile: il vantaggio di Yates dovrebbe essere sufficiente anche al netto di crisi per permettergli di arrivare a Parigi con questa maglia.

Maglia a Pois

Pochi dubbi anche in questo caso: Majka ha tutte le possibilità per ritornare ad essere il re degli Scalatori, anche se in questi giorni i punti a disposizione sono molti.

Fugone 5.

lunedì 18 luglio 2016

Fede, Ciclismo e Libertà



La prima parola che mi viene in mente quando penso alla bicicletta è libertà.
 Libertà perché ripenso alla possibilità di pedalare dove si vuole buttandosi giù da una discesa a massima velocità o scattando in salita in piedi sui pedali per superare l’asperità del momento, al guardarsi intorno mentre si fatica e vedere passaggi splendidi o anche al mulinare come un forsennato per arrivare in tempo a scuola. 
Questa penso sia una sensazione che credo abbiamo provato tutti, ma la libertà a cui penso non è solo questa è anche il donare la libertà agli altri grazie alla bicicletta come fece Ginetaccio Bartali durante la seconda guerra mondiale dove tra Toscana e Umbria pedalando trasportava di nascosto nel telaio documenti falsi che permisero a centinaia di ebrei di salvarsi dalle persecuzioni dei nazisti. Questo può essere ricollegato alle parole di San Paolo “dov’è lo spirito del signore vi è libertà” e può essere visto come uno stimolo per noi a farci portatori di questo spirito portatore di libertà magari anche semplicemente pedalando.

Altro pensiero che mi viene in mente pensando al ciclismo è che esso è sì uno sport individuale, ma nel quale la squadra ha un ruolo fondamentale, proprio per questo possiamo fare nostre le parole di San Paolo di essere atleti di Cristo e quelle di Papa Francesco che alla gmg di Rio invitava noi giovani a giocare nella squadra di Gesù. 
Nella squadra ci sono diversi ruoli: i gregari coloro che hanno un compito allo stesso fondamentale ed ingrato, sono gli uomini di fatica coloro che sono a totale disposizione del proprio capitano ed al quale essi danno tutto, non è raro vedere come essi siano più emozionati dei propri capitani per una loro vittoria o quando il capitano incorre in una crisi essi lo scortino fedelmente fino al traguardo aspettandolo e spronandolo. 
Gli uomini addetti alle fughe: ultimi romantici del nostro tempo, folli che lottano contro un destino già segnato, spesso pedalando da soli per centinaia di chilometri alla ricerca di un sogno che può realizzarsi come infrangersi a pochi metri dal traguardo, per poi ritrovarli sempre nei giorni successivi a riprovarci, orgogliosi e testardi. 
Il luogotenente, uomo di esperienza al fianco del capitano sempre pronto a lanciarlo in orbita preparandogli il terreno per l’attacco finale ed infine lui il capitano il faro della squadra colui che ha l’onore e l’onere di finalizzare il lavoro della squadra dando un senso a tutti i sacrifici fatti scattando nel momento opportuno e avvicinandosi alla vetta che si apre poco alla volta allo scostarsi della folla per concludersi con un trionfo a braccia alzate verso il cielo. 
Tutti noi siamo chiamati a svolgere questi ruoli anche in supporto di altri ma soprattutto sappiamo che possiamo contare su un Dio gregario e luogotenente capace di portarci al traguardo a braccia alzate se le cose vanno bene e anche scortarci fino alla fine dopo una nostra crisi per poter riprendere il giorno dopo la corsa verso la maglia Rosa finale. 
Un Dio che forse in montagna si sarebbe fatto sostituire da un piccolino pelato con bandana e orecchino e con una classe e cuore immensi.
Vi chiediamo di pensare a ciò quando salite in bicicletta e di provare ad essere davvero atleti di cristo nella corsa della vita.

Fugone 5.

Il percorso dell'ultima settimana del Tour

Entriamo così nell’ultima settimana del Tour.

XVII tappa da Berna a Finhaut-Emosson


Dopo il girono di riposo nella capitale svizzera, il Tour riparte con una tappa interamente elvetica. Da Berna ci si sposta per 184km fino ai monti del Canton Vallese, quattro gran premi di montagna di cui i primi tre di terza categoria, il quarto di prima e l’ultimo di Hors Categorie; l’HC svolge anche funzione di arrivo. La tappa di montagna non si mostra troppo cattiva, tenendo anche conto che arriviamo da una giornata di stop, non possiamo però ovviamente sottovalutare gli ultimi trenta chilometri con due rampe non indifferenti! Potrebbe essere questa la volta buona in cui vedremo qualche movimento in questo gruppo “dei migliori” finora così statico?

XVIII tappa da Sallanches a Megève


Torniamo in Francia, in Savoia, per la corono-scalata dell’edizione 2016 del Tour. La salita non si presenta troppo ardua nei suoi 17km, quello che spaventa sono i dislivelli: lo start situato a 560m è 700m più basso della Cote des Chozeaux. La rampa più dura è senz’altro la prima, fra il chilometro 4 il chilometro 6.5 dove la pendenza media è del 10%, nel complesso, la pendenza media risulta essere del 20%! L’arrivo invece è collocato dopo una breve discesa. Senza essere fatalisti non è difficile ipotizzare ciò che succederà: Froome dà minuti a tutti i diretti avversari e intasca definitivamente la maglia gialla…se ci riesce, chapeaux, se non dovesse riuscirci, viva lo spettacolo!!

XIX tappa da Albertville a Saint-Gervais Mont Blanc


Oggi e domani troviamo le ultime montagne della gara, montagne difficili e piuttosto casinate. Iniziamo con questi quattro bellissimi GPM fra i quali figura la Montée de Bisanne di Hors Categorie, una salita spacca gambe di 1100m di dislivello. Se i giochi non si saranno ancora conclusi, questa potrebbe essere la prima tappa per rovesciare le sorti della gara, consegnando ai tifosi un po’ di spettacolo.

XX tappa da Megève a Morzine


Il Giro di quest’anno ci ha insegnato che le montagne degli ultimi due giorni possono rovesciare completamente un verdetto già scritto, questa è l’ultima possibilità del Tour di stupire. 146km e quattro gran premi di montagna, un seconda categoria, due prima e un Hors Categorie, oggi bisogna dare il tutto per tutto, tanto per attaccare e spodestare il re quanto per difendere la corona, basta sopravvivere ai 6300m di dislivello di queste due tappe!

XXI tappa da Chantilly agli Champs-Elysées


A meno che tu non sia Laurent Fignon, le probabilità di perdere la maglia all’ultima tappa sono molto basse. La passerella finale del Tour è una cosa fantastica, ha un tono tutto suo, ho perfettamente impressa nella mente quella del 2014 e la ricordo con un’emozione particolare…e io non ero in bici, non ero nemmeno a Parigi, ero a Cuneo, su una sedia in cucina, figuratevi cosa possono provare i ciclisti!! Fantastico!!


Come sempre i 113km saranno percorsi con gran tranquillità e l’unico interesse del gruppo sarà evitare cadute e passare sotto il traguardo sani e salvi. Più interessante sarà sicuramente lo sprint finale fra i velocisti: anche vincerla l’ultima tappa ha un sapore diverso!

Dalla Polonia in breve VII

Si è concluso oggi con una cronometro nella città di cracovia il Tour de Pologne con il successo di Dowsett davanti al compagno di squadra Castroviejo e a Roglic, già vincitore di una crono al giro.

La classifica finale è stata vinta da Wellens grazie alla fuga nella quinta tappa davanti agli azzurri Felline, Bettiol e Formolo, nella top ten anche Cataldo e Villella.

Fugone 5.

Tour de France-XVI Tappa



Sedicesima tappa da Moirans-en-Montagne a Berna, lunga 209 km con il secondo sconfinamento all’estero, con una tappa che omaggia Cancellara alla sua ultima partecipazione al Tour. La tappa sulla carta sembrava adatta a uomini da classiche come Sagan, van Avermaet e lo stesso Cancellara.

La corsa ha preso il via intorno alle 13 e l’andatura è stata subito elevata ad evadere per primi dal gruppo sono stati Tony Martin e Alaphilippe, al km 13. Il duo Etixx è riuscito a prendere un buon margine mentre alle loro spalle i vari tentativi venivano vanificati dal gruppo.

Il vantaggio della coppia ha raggiunto un massimo di 5’55” che è iniziato a calare sotto l’azione della Bmc, particolarmente legata a questa tappa, e della Tinkoff. 

L’inseguimento è durato a lungo con una sfida tra Martin e il resto del gruppo con il povero Alaphilippe costretto ad una lunga giornata di dietro motore,e ed è andato in testa solo dopo una foratura del tedesco per poi lasciarlo nuovamente passare. Matin si è aggiudicato lo sprint intermedio mentre Sagan è transitato agevolmente come terzo precedendo Cavendish, il discorso maglia verde è  definitivamente chiuso.

Il tentativo di Martin si è concluso intorno ai 20 km all’arrivo, mentre Alaphilippe si era staccato in precedenza sul gpm di quarta categoria. Appena Martin è stato ripreso a scattare è stato Rui Costa, molto ispirato appena si passa sul territorio elvetico. La sua azione è terminata a meno 4 km dall’arrivo sotto l’azione della IAM che corre sulle strade di casa. 

Ai meno 2 ci prova Van Marck con Navardauskas alle sue spalle, ma è la Giant a fare il ritmo fino ai 500 dall’arrivo quando terminata l’azione c’è stato un rallentamento. Il primo a lanciare lo sprint è stato Valverde, mentre alle sue spalle sono partiti Kristoff e Sagan che si sono giocati la vittoria per una questione di centimetri a favore del campione del mondo, ancora in credito con il destino. Terzo è giunto lo svizzero Enger davanti a Degenkolb e Matthews.

 Il gruppo si è frazionato ma non si si sono creati distacchi tra i big.

Voto tappa: 7. Per ora una delle più appassionanti di questo Tour con le belle azioni di Martin, Rui Costa, Valverde e il duello al fotofinish tra Sagan e Kristoff.

Il migliore: Sagan, terza vittoria in questo Tour per il simbolo del ciclismo che era a secco da 2 anni. Per lui ormai sono esaurite le parole.

Il peggiore: Boasson Hagen. Su un terreno perfettamente adatto alle sue caratteristiche ha chiuso solo nono.

Fugone 5.