Passiamo dalla Sardegna alla Sicilia e troviamo le prime
salite: un primo GPM di seconda categoria, Femmina Morta, e il GPM di arrivo al
Rifugio Sapienza sulla costa dell’Etna, un durissimo prima categoria.
Al Chilometro 0 parte immediatamente una fuga, quattro
uomini: Alafaci (Trek), Brutt (Gazprom), Polanc (UAE) e Van Renesburg
(Dimensione Data). I quattro percorrono in solitaria il primo GPM e i due
traguardi volanti, vinti tutti dal russo Pavel Brutt.
Dopo Biancavilla i fuggitivi iniziano a cedere, rimane in
testa solo Jan Polanc che resiste in preterito. In gruppo un paio di brutte
cadute: Losada (che si lussa una spalla, gli viene aggiustata e torna in
sella), Kruijswijk e Zakarin.
Inizia la salita, il primo a provarci è Tiralongo (Astana)
ma con pochi risultati, poco dopo partono Pellizzotti (Barhain) e Anacona
(Movistar), anche loro, nulla di fatto.
In testa Polanc non scende sotto i 3’30’’.
Manca sempre meno e si lancia Jasper Hansen (Astana), ai
meno 3km fiammata di Nibali (Barhain) seguito a ruota dal più diretto rivale
Quintana (Movistar). Alla fine lo spunto giusto lo trova Zakarin (Katusha) che
riesce a scattare senza nessuno al seguito, ma l’azione non avrà altro
risultato che il secondo posto: Jan Polanc è riuscito a completare la fuga
portando a casa la prima tappa in salita del Giro, esattamente come sull’Abetone
al Giro di due anni fa.
La Maglia Rosa passa a Bob Jungels (QUick-Stepp), che già l’aveva
vestita lo scorso anno strappandola a Gianluca Brambilla.
Il migliore: Jan Polanc, quando una fuga va a buon fine sono
sempre felice.
Voto alla tappa: 7.5/10, il Giro è ancora lungo, quindi non possiamo
pretendere scatti e attacchi già subito, la salita finale è quindi stata più un
campo di studio che di battaglia. La fuga vincente ha dato un tocco in più.
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