Gli occhi del mondo intero negli
ultimi giorni sono puntati sul Lago d’Iseo. Chi non ha sentito parlare
dell’installazione di Christo, artista bulgaro classe 1935, cioè una passerella
arancione di tre chilometri e mezzo, a filo acqua, percorsa da centinaia di migliaia
di turisti da tutto il mondo? In pratica Sulzano (il paese dell’installazione)
è diventato il centro del mondo!
La nostra storia si svolge a una
ventina di chilometri a nord da questo paesino lacustre, in uno dei paesi più
anonimi che mi sia mai capitato di vedere in tutta la mia vita: Darfo Boario
Terme.
Qualche settimana fa, dato il mio
status di laureando in vacanza, ho pensato che poteva essere carino andare a
vedere i campionati nazionali di ciclismo che, dopo una breve ricerca su
internet, ho scoperto tenersi sul Lago d’Iseo che tutto sommato non è troppo
lontano da Cuneo.
All’appello risponde subito il mio
esimio collega Stefano che, salvo impedimenti seri (guerre, operazioni a cuore
aperto, rivoluzioni…), non si tira mai indietro se si parla di ciclismo. 25 giugno, ore 7:30 si parte!
Il viaggio, come immaginavo, non
risulta essere troppo lungo. Un tentativo infruttuoso di avvicinarci alla tanto
pubblicizzata passerella ritarda però il nostro arrivo a Darfo. 3000 gradi fehranheit e nemmeno anima viva per le strade…ottimo!
Trovato uno spicchio d’ombra
attacchiamo con il più campale dei pranzi, ma alcune domande continuano a
tormentarci: dove diavolo sono gli abitanti di Darfo?! Ma soprattutto: se
domani qui c’è una gara, come mai non si vede nulla che faccia presagire l’evento?
Dopo pranzo ci spostiamo cercando un
centro città che troviamo a qualche chilometro da dove avevamo fatto pausa. In effetti un po' di movimento lo abbiamo trovato. Si
sta correndo per le strade cittadine la gara femminile dei campionati e noi ne
approfittiamo per occuparci un po' il pomeriggio.
Dopo aver visto il passaggio delle
atlete durante uno dei numerosi giri dell’anello, pensiamo che se il posto si
chiama “Darfo Boario Terme” ci sarà da qualche parte una stazione termale e un
bagno potremo anche farcelo. Trovato il centro termale però il prezzo d’entrata,
troppo alto per due poveri studenti, ci fa capire che forse di fare un bagno
non ne avevamo tanta voglia e che è meglio tornare a vedere la gara.
Dopo otto giri, con una bella azione
personale, Elena Cecchini porta a casa il titolo, seguita da Elisa Longo
Borghini e da Anna Zita Maria Stricker.
Noi intanto combattiamo il caldo con
una sobria coppa di gelato.
Il paese intanto inizia a popolarsi
di pullman, ammiraglie e altre cose “da squadre” e in giro per le strade diventa
sempre più facile imbattersi in meccanici intenti a oliare cambi o in camion
trasportanti migliaia di euro sotto forma di ruote. Non mancano certamente
corridori che passeggiano, che si prendono una birra o che discutono coi
direttori sportivi in sale riunioni improvvisate in un qualche bar.
Intanto la nostra povertà si mette
in mostra con questa fantastica cena a base di risotto già pronto scaldato sul
fornelletto e degustato nel giardino dietro la stazione. Ciao ricchi!
La mancanza di fontane in paese (ma
si può?! In una città termale?!) ci costringe a lavare i piatti con mezzi di
fortuna.
La serata dal parchetto si sposta in
un bar del centro dove, davanti a una birra locale, ci guardiamo
Croazia-Portogallo (e con quattro pareggi il Portogallo passa ai quarti…che
odio!) nel tepore della sera estiva. In sottofondo, nel giardino delle terme
alle nostre spalle, la musica di Umberto Smaila in concerto.
La mancanza di un prato vicino al
paese e la paura all’indomani di non trovare un parcheggio comodo ci persuadono a
dormire in macchina (non ci si dorme nemmeno tanto male!).
Domenica, ore sette. La luce del
sole ci fa da sveglia e siamo pronti per affrontare la nuova giornata; le
previsioni danno pioggia, io lo spero che venga a piovere, almeno si rinfresca
un po’ l’aria, ma niente, quest’anno non tocca a me portare il brutto tempo
nelle gite ciclistiche!
Facciamo colazione in un bar
chicchettoso vicino alla partenza a spese di un anonimo che la sera precedente
aveva perso per strada cinque euro prontamente trovati da noi.
Con Pozzovivo...
...con Visconti...
...con Quinziato...
...con Martinelli...
...con Vanotti...
...e col mitico Cassani!
Compaiono qua e là anche squadre mai
viste o sentite con ammiraglie di tutto rispetto.
Alla fine i corridori partono: 227km
su e giù per la Valcamonica e per finire tre giri di circuito per le strade
cittadine.
Noi ci piazziamo all’ombra e
cerchiamo di resistere al terribile caldo, recuperando energie “alla Chaves”.
Alle due decidiamo di andare a
prendere dei buoni posti vicino al traguardo: tanto sole e nemmeno un’anima
viva.
La gara si rivela parecchio
emozionante negli ultimi chilometri quando il collegamento RAI è iniziato e le
immagini vengono trasmesse su un maxischermo. La gente inizia a uscire di casa.
Alla fine a spuntarla è Giacomo
Nizzolo…
…mentre il secondo posto va a Gianluca
Brambilla.
E con piacere ci uniamo ai fans club
di Filippo Pippo Pozzato (arrivato terzo) per festeggiare sotto il palco questo
bellissimo podio!
Il caldo e la stanchezza ci spingono
immediatamente verso la macchina pronti per tornare a casa dopo un’altra bella
due giorni…non fosse per una maledetta coda che ci ha accompagnati fino a Bergamo.
(Mentre eravamo piantati dico “forse in bici arrivavamo prima” e dopo qualche
minuto ci vediamo sfrecciare con arroganza Dario Cataldo che non saziato dalla
gara decide di farsi un giretto per i monti della Valcamonica)
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