Dopo il curioso prologo di ieri (“la corsa più lenta della
storia” data la bassissima media oraria del vincitore, circa 20km orari) si
riparte con la prima vera e propria tappa, 186km da Cluses (74) a Saint Vulbas
(01).
L’inizio ex abrupto della gara vede immediatamente il belga Frederik
Backaert della Wanty Groupe Gobert partire in fuga, seguito, a partire dal
terzo chilometro, da Mitchell Docker australiano della Orica GreenEDGE.
Il percorso è nettamente diviso in due tronconi: una prima
parte di bassa montagna con quattro GPM di IV categoria, una seconda un po’
“saliscendi” fatta apposta per preparare una volata. I gran premi di montagna
vengono passati in tutta tranquillità dai due fuggitivi: i primi tre (Côte de Marnex, Côte de Sallenoves e Côte Chilly) se li porta a
casa Backaer mentre al quarto (Côte
de Premeyzel) il primo a transitare è Docker.
La fuga, che aveva visto un vantaggio stabile di circa 2’30’’
dal gruppo, ma che aveva toccato picchi di più di cinque minuti, viene
raggiunta poco dopo la fine del tratto di montagna; al chilometro 22 viene
ripreso l’uomo della Orica, al 15 quello della Wanty, complice anche l’aumento
della velocità da parte del gruppo di inseguitori pronti per organizzare la
volata. A partire dai 50 chilometri dall'arrivo, infatti, le squadre fornite di
velocisti in grado di giocarsi la vittoria di tappa iniziano a sistemarsi in
testa pronti per lanciare i loro uomini: Degenkolb per la Giant, Kristoff per
la Katusha e Bouhanni per la Cofidis. Come in tutte le volate i giochi si risolvono
negli ultimi chilometri: la Cofidis risulta essere la squadra meglio inserita
insieme al Team Katusha, mentre la Giant di Degenkolb rimane troppo indietro
per poter pensare di lavorare per la vittoria di tappa. Mancano poche centinaia
di metri e Kristoff ha la strada praticamente spianata con Bouhanni a ruota, ma
in un niente il francese esce dalla scia del norvegese per buttarsi dietro Sam
Bennett. Dopo qualche testata col collega scandinavo l’ex pugile brucia l’uomo
della Bora-Argon e va a vincere l’unica tappa riservata ai velocisti in questa
edizione del Criterium.
La tappa non regala troppe emozioni se non appunto nel
finale (come succede in quasi tutte le tappe a volata), forse i due uomini in
fuga avrebbero potuto provare a resistere un po’ di più all’attacco del gruppo,
magari puntando alla vittoria di tappa, ma probabilmente non erano quelli i
piani delle due squadre. Da domani arrivano le vere montagne!
Voto alla tappa: 4/10.
Hombre del dìa: sarebbe stato bello dire Docekr o Backaer ma
dovrò dire Bouhanni.
Il “non pervenuto”: Degenkolb.
Fugone 2
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