mercoledì 8 giugno 2016

Critérium du Dauphiné - III tappa Bohen sur Lignon-Tournon sur Rhone

187km da Bohen-sur-Lignon (42) a Tournon-sur-Rhone (07), tre GPM, due facili di quarta categoria (Côte du Montfaucon en Velay e il Col du Rouvey), uno un po’ più impegnativo di seconda categoria (Côte de Sécheras) a 19 chilometri dall’arrivo.

“Quasi una classica” così definisce la tappa di oggi il mio collega che azzarda una possibile vittoria di Greg Van Avermaet, dello stesso parere sono anche i due cronisti Silvio Martinello e Francesco Pancani. Le mail alla redazione RAI, le interviste ai corridori, i pellegrini a Delfi, tutti hanno un solo dubbio: quella di oggi è una tappa da velocisti o una tappa da fuga? Mistero!

Vengono subito messe in chiaro le cose, al terzo chilometro partono De Gendt della Lotto Soudal, Claeys della Wanty Groupe Gobert e Terpstra della Etixx ai quali si aggiungeranno poi una cinquantina di chilometri dopo Gautier della AG2R che anche ieri aveva provato un allungo e Quemeneur della Direct Energie che abbandonerà i fuggitivi quasi subito. Di questo gruppetto il corridore messo meglio in classifica generale è l’uomo della AG2R a poco più di un minuto dalla maglia gialla. Nel gruppo intanto le quadre di velocisti non perdono la speranza: si piazzano infatti davanti la Cofidis di Nacer Bouhanni, già vincitore della discussa volata di Saint-Vulbas, e la Giant di John Degenkolb.

A 36 chilometri dall’arrivo lo “stile” della tappa cambia: la fuga viene recuperata e il gruppo sembra poter restare compatto fino al lancio finale degli sprinter, anche se non bisogna dimenticare che manca ancora un gran premio di montagna, breve ma pur sempre di seconda categoria, che potrebbe mettere in difficoltà uomini non troppo adatti alle salite. Mentre ci si avvicina al recupero della fuga per la prima volta dall’inizio della competizione inizia a far capolino in cima al gruppo l’Astana.

Comincia la salita e Bouhanni non si dà per vinto piazzandosi in testa al gruppo: poche centinaia di metri e l’ex pugile inizia a retrocedere salutando la desiderata vittoria. La gara cambia di nuovo volto e si torna alla fuga. Scatta infatti Tony Martin, nessuno sembra seguirlo, ma quando il suo vantaggio diventa di un’ottantina di metri partono anche Grmay della Lampre e Rolland, capitano della Cannondale. Nelle retrovie, anche quest’oggi, vediamo cedere Kwiatkowski evidentemente non in forma.

A 21 chilometri dal traguardo, a un chilometro dalla Cote de Sécheras, troviamo Martin in testa seguito a 10’’ da Grmay e Rolland ai quali si unisce Fabio Aru partito poco prima dal gruppo. Partono anche Van den Broeck, Landa e Contador ma il gruppo si allunga e non lascia spazio ai tre. Solamente Martin risulta essere solo, e mentre il tedesco scollina a 21’’ di vantaggio, il gruppo raggiunge i fuggitivi che però si mantengono in testa. Esce allora Sanchez, uomo Astana, pronto a tirare il capitano ma l’azione non funziona e tutti tornano in gruppo. Viene recuperato Martin e il sardo dell’Astana decide di partire nella speranza di vincere.

Il gruppo rimane compatto lungo tutta la discesa mente Aru vuole disperatamente guadagnare qualche secondo, siamo a circa 10 chilometri dal traguardo. Una caduta di Tony Martin in testa al plotone fa guadagnare tre o quattro secondi al fuggitivo che scende al massimo delle sue possibilità. Finita la salita il vantaggio è di circa 9’’ e c’è contatto visivo fra apripista e gruppo.

Alla fine Aru riesce a spuntarla quando ormai era stato quasi raggiunto, passando solo sotto il traguardo di Tournon-sur-Rhone.

Il servizio di regia non permette di vedere altro che gli ultimi quaranta chilometri di gare, è quindi difficile parlare della tappa in generale. Per quello che abbiamo potute vedere la giornata di oggi è stata un po’ più movimentata delle altre: Aru e Rolland sono stati fra i primi corridori “di un certo spessore” dall’inizio della corsa a mettere la testa fuori dal gruppo. Speriamo che la frazione di oggi segni un po’ uno spartiacque fra una gara molto calcolata e statica (e se mi permettete, anche un po’ noiosa) e una corsa più movimentata.

Voto alla tappa: 7/10 (sarebbe 7.5 ma voglio dare solo numeri interi)
Hombre del dìa: Fabio Aru, non è facile vincere da solo con un intero gruppo che ti insegue a 8’’ di distanza con un contatto visivo continuo.

Il “non pervenuto”: Greg Van Avermaet, saranno ancora i postumi dell’infortunio ma tutti lo davano favorito, non ha fatto praticamente nulla.

Fugone2

Nessun commento:

Posta un commento