giovedì 30 giugno 2016

La maledizione di Sagan




Dopo che Giacomo Nizzolo è riuscito a rompere l’incantesimo e vincere il campionato italiano siamo curiosi di sapere se anche il campione del mondo riuscirà finalmente a sconfiggere la maledizione del secondo posto al Tour che lo affligge da due anni.

E pensare che il suo esordio al Tour era stato trionfale con tre vittorie che avevano fatto capire al mondo chi fosse il nuovo simbolo del ciclismo, con le sue esultanze caratterizzanti e il suo modo di fare un po’ guascone, ma assolutamente genuino. La ciliegina sulla torta era stata la conquista della maglia verde, ultimo regalo fatto alla Liquigas che quell’anno chiudeva i battenti.
La prima vittoria al Tour
L'incredibile Sagan



Forrest Sagan

L’anno successivo la maledizione inizia a fare capolino con 4 secondi posti, 2 terzi e 2 quarti, ma la vittoria arriva comunque alla settima tappa, l’ultima sua vittoria, per ora, al Tour. Il campione slovacco si può tuttavia consolare con la seconda maglia verde.

L'ultima vittoria al Tour


Con il passaggio alla Tinkoff la maledizione non lascia più scampo: nel 2014 i secondi posti sono 4, nelle prime sette tappe il suo peggiore risultato è un quinto posto segno che è un corridore mostruoso per il rendimento, ma estremamente sfortunato. Che la sorte gli abbia voltato le spalle lo si capisce nello sprint con Trentin dove lo slovacco è secondo per pochi millimetri. La sua costanza è però premiata con il terzo trionfo nella classifica a punti.

Lo sprint perso con Trenti per un niente


Nel 2015 riesce persino a migliorarsi conquistando 5 secondi posti, ma forse dall’ultimo alla 16⁰ tappa cambia qualcosa: lo slovacco era stato in fuga tutto il giorno e aveva provato a ricucire sul primo buttandosi a capofitto in discesa, arrivando al traguardo imita il gesto di The Wolf of Wall Street per caricarsi di energia per fare capire a tutti noi che lui continuerà a lottare come sempre. (Tanto per cambiare vince la maglia verde).

Il punto di svolta


Alla fine dell’anno per lui arrivano soddisfazioni: prima una tappa alla Vuelta poi la vittoria al Mondiale che lo consacra definitivamente nell’Olimpo del ciclismo. Quest’anno conquista la sua prima Classica Monumento, il Giro delle Fiandre, e si presenta al Tour con due vittorie al Tour de Suisse; tutto lascia sperare che possa spezzare l’incantesimo. Che ci riesca o meno noi tifosi continueremo ad amarlo come sempre.

L'impennata diventata suo marchio di fabbrica

Fugone 5

P.S. Se poi l’anno prossimo volesse venire ad onorare il Giro numero 100 saremmo curiosi di vedere chi tra lui e Nizzolo riuscirà a conquistare più secondi posti, per poter stabilire chi è il re di questa speciale classifica.

mercoledì 29 giugno 2016

I favoriti del Tour de France



I favoriti del Tour
A 3 giorni dal via andiamo ad analizzare il borsino dei favoriti:

Il trio delle meraviglie

   Chris Froome. Campione in carica, ha la squadra più forte al seguito, al Delfinato si è aggiudicato una tappa e la classifica finale, sembra imbattibile sulla carta. L’unica possibilità per i suoi avversari è che possa soffrire un po’ nella terza settimana, come nei due precedenti Tour vinti.

   Nairo Quintana. Sarà lo sfidante numero 1 di Froome, anche lui si presenta al Tour con la conquista di una tappa e una classifica finale di una breve corsa a tappe nell’ultimo mese, anche se di livello nettamente inferiore al Delfinato. Quest’anno se avrà un po’ più di coraggio e non sarà bloccato da scelte di squadra a favore di Valverde potrà senza dubbio giocarsela fino in fondo e provare a vincere per trovare la consacrazione definitiva tra i grandissimi di questo sport. 

   Alberto Contador. Il corridore più forte degli ultimi dieci anni per quanto riguarda le corse a tappe. Probabilmente questa sarà la sua ultima occasione per conquistare la corsa francese complice l’età avanzata. E’ un gradino sotto i due sopracitati, ma ha dalla sua una classe e una fantasia immense che potrebbero consentirgli di centrare l’impresa visto il percorso.



Le speranze italiane

4   Vincenzo Nibali. Il fresco vincitore del Giro d’Italia si presenta al Tour teoricamente per preparare le Olimpiadi e aiutare il compagno di squadra Aru. Per poter tentare qualcosa in questo Tour ha dalla sua il fatto di non avere l’obbligo del risultato e di poter correre molto tranquillamente a livello mentale, inoltre al Giro è entrato in condizione praticamente alla fine e  le precedenti settimane potrebbero essere state un lungo allenamento. Se riuscisse nella doppietta Giro-Tour sarebbe il primo dopo Pantani, è estremamente difficile, ma questo è l’anno dei miracoli e tutta l’Italia ci spera.

    Fabio Aru. All’esordio alla Grand Boucle, è il suo grande obiettivo stagionale ed ha lavorato duro per questo, al Delfinato non era in condizione, ma ha dimostrato di avere cuore e cervello. Sulla carta le salite del Tour sono perfette per lui che predilige quelle lunghe e pedalabili. Potrebbe pagare un po’ l’emozione anche se ha saputo gestire perfettamente due Giri e due Vueltas, perché il Tour a detta di tutti i corridori è molto più stressante. Con Nibali possono animare la corsa in maniera spettacolare.


Le speranze francesi
      Romaine Bardet. Secondo al Delfinato ha dimostrato di avere buona gamba e coraggio nell’attaccare da lontano, deve assolutamente migliorare a livello di strategia e cercare di evitare duelli fratricidi con il connazionale e grande rivale Thibaut Pinot.

     Thibaut Pinot. Già sul podio nel 2014, il giovane francese tenterà di ripetere l’impresa quest’anno, è migliorato tanto nei suoi punti deboli, cronometro e discesa, vedremo se è definitivamente pronto per il grande ciclismo.


Il duo Bmc 

 Richie Porte e Tejay Van Garderen. Corridori simili, entrambi ottimi cronomen e buoni scalatori sono chiamati all’ultima possibilità della loro carriera per non restare delle promesse incompiute.

I possibili outsider
Oltre ai grandi nomi elencati in precedenza vi sono poi dei possibili outsider tra coloro che lotteranno per la maglia bianca primo fra tutti Warren Barguil, seguito da Mentjes, Kelderman, Alaphilippe e Adam Yates.

martedì 28 giugno 2016

Percorso della prima settimana del Tour de France 2016

Et voilà! Ci siamo, sabato inizia LUI: il Tour de France! I 198 corridori, divisi in 22 squadre, stanno scaldando i motori, la creme del ciclismo mondiale è pronta per partire!

Andiamo a vedere cosa dovranno affrontare i ciclisti nella prima settimana della grand boucle!

Tappa I Da Mont-Saint-Michel a Utah Beach Sainte-Marie-du-Mont


Sono passati settant’anni dal D-Day e gli organizzatori del Tour han deciso di ricordarlo così, con la prima tappa. Si parte dalla fantastica Mont-Saint-Michele, l’isola-non isola che si attacca e stacca dalla terra in base alla marea, e si percorrono 188 chilometri, tutti in Normandia, fino a Sainte-Marie-du-Mont, più precisamente a Utah Beach.

Come si può dedurre dalla planimetria ci troviamo davanti a una tappa per velocisti, ma per poter assegnare i primi punti per la maglia a pois sono stati inseriti sue GPM, entrambi di IV categoria ai chilometri 20 e 39. Al chilometro 118 troviamo un traguardo volante, buono per la classifica a punti.

Le squadre di velocisti si piazzeranno lungo tutto il tragitto in testa al gruppo per lanciare gli sprinter; non è da escludere la possibilità che qualcuno parta in volata o per dare man forte ai propri velocisti in vista della volata o per tentare di indossare la prima maglia gialla.

I favoriti sono sicuramente Kittel e Greipel, non bisogna però dimenticare Sagan, Bouhanni, Cavendish, Boasson Hagen e Degenkolb.

Tappa II Da Saint-Lô a Cherbourg-en-Cotentin



Non ci spostiamo di molto dall’arrivo di ieri e partiamo da Saint-Lo, città distrutta al 97% durante la guerra. Dopo tre gran premi di montagna di quarta categoria, tutti a inizio corsa, e 180km troviamo il primo arrivo in salita, la Cote de la Glacerie, GPM di III categoria con un simpatico strappo al 13%. 

La tappa per velocisti riceve dunque un brusco scossone, proprio negli ultimissimi chilometri.

Tappa III Da Granville a Angers



Dalla Normandia alla Bretagna, da Granville a Angers, 223 chilometri. Un inizio un po’ montagnoso con un gran premio di montagna di quarta categoria al chilometro 25, lascia spazio a un vero e proprio tragitto da velocisti.

Ancora una volta vediamo favoriti gli sprinter, in particolare i due tedeschi Kittel e Greipel.

Tappa IV Da Saumur a Limoges



La tappa più lunga del 2016, 232 chilometri, scende verso sud da Saumur a Limoges, dai Paesi della Loira al Limosino. 

I corridori non avranno grandi difficoltà, i primi tre quarti di tappa sono perfettamente pianeggianti, ma sul finale troveranno una salita (tranquilla) a Bonnac-la-cote, dalla sommità all’arrivo non si vede altro che discesa.

Tappa V Da Limoges a Le Loiran



Sempre più a sud, sempre più vicini ai Pirenei. 213 chilometri di media montagna, sei gran premi di montagna, in ordine uno di quarta, due di terza, due di seconda e ancora uno di terza categoria a poco meno di tre chilometri dalla fine.

Non sono ancora le grandi montagne che vedremo nella seconda e nella terza settimana, ma iniziamo ad averne un assaggio. Probabilmente non vedremo ancora attaccare gli uomini di classifica ma non escludiamo di avere qualche sorpresa.

La tappa, più che influire sulla classifica generale, servirà per iniziare ad accumulare punti per la maglia a pois, vedremo quindi particolarmente attivi i corridori che mirano a questo titolo.

Tappa VI Da Arpajon-sur-Cère a Montauban



Percorso paesaggisticamente fantastico, tutto nelle terre occitane dei catari. 190 chilometri in zona collinare con tre GPM, anche oggi a muoversi saranno coloro che vogliono vincere la tanto ambita classifica scalatori, magari partendo in fuga nei primi chilometri.

Proprio nei primi chilometri troviamo un’interessante discesa di quattordici chilometri da Montsalvy (818m) a Vieillevie (263m).

Il finale, piatto come un tavolo da biliardo, è scritto apposta per lanciare una delle più classiche volate.

Tappa VII Da L'Isle-Jourdain a Lac de Payolle



Entriamo finalmente nei Pirenei e ci entriamo in maniera piuttosto brusca. 155 chilometri per passare dai 152m dell’Isle-Jourdain ai 1127m del Lac de Payolle.

La parte interessante della tappa è senz’altro il finale: dopo un GPM di quarta categoria si imbocca la strada per il mitico Col d’Aspin (1490m), gran premio di prima categoria. L’arrivo è fissato al fondo della discesa dal colle.

È probabile che oggi vedremo i primi attacchi di coloro che puntano alla maglia gialla, una volta preso il primato qui non resta che difenderlo fino a Parigi (facile no?).

Tappa VIII Da Pau a Bagnères-de-Luchon



Riscendiamo la valle e torniamo nella piana, più precisamente a Pau, da Pau ci spostiamo a Lourdes e se diciamo Lourdes sappiamo tutti dove vogliamo andare a parare: Col du Tourmalet

176 chilometri di alta montagna, oltre al già citato hors catégorie del Tourmalet, troviamo un seconda categoria e ben due prima categoria. In pratica una tappa massacrante!

Vince chi resiste, non bisogna bruciarsi sul Tourmalet perché se no al traguardo non ci si arriva. Nei primi tre GPM non vedremo allunghi o tentativi di fuga volti a vincere la tappa, chi vuol vincere deve restare in gruppo e cercare di uscire sul Col de Peyresourde a 26 chilometri dall’arrivo.

Tappa IX Da Vielha Val d'Aran a Andorre Arcalis



Usciamo dalla Francia e ci spostiamo in Val d’Aran, unico posto al mondo dove l’occitano (si perdonatemi, sono un po’ di parte) è lingua ufficiale, per giungere infine ad Andorra. 184 chilometri, cinque gran premi di montagna, il più facile un seconda categoria, il più difficile un HC

Ai corridori non è concesso di tirare il fiato dopo la tappa di ieri, fondamentale sarà recuperare le forze nella notte ma sapete, per esigenze televisive le tappe più spettacolari vengono messe nei fine settimana!


Valgono le stesse regole di ieri: si sta in gruppo e si sbuca alla fine, se l’obbiettivo è vincere la tappa.

Fugone2