Tredicesima tappa della Vuelta 2016, si esce dalla Spagna e
si entra in Francia, ma sappiamo tutti che siamo in Euskadi e ci restiamo. 213
chilometri, tappa più lunga della corsa, tutto sali scendi ma sono solo quattro
gran premi di montagna, tutti di terza categoria.
Tre uomini provano la fuga dal primo chilometro ma poco dopo
vengono riallacciati dal gruppo. Pochi minuti dopo si staccano dodici uomini:
Gogl (Tinkoff), Wyss (BMC), Smukulis (Astana), Stamsnijder (Giant), Lagutin
(Katusha), Wallays (Lotto Soudal), Lampaert (Etixx), Stake Laengen (IAM), Conti
(Lampre-Merida), Rossetto (Cofidis), Benedetti (Bora-Argon18) e Cardis (Direct
Energie); i fuggitivi in poco tempo guadagnano sei minuti ma nessuno di questi
impensierisce la maglia rossa. Fra i dodici ricordiamo Cardis, maglia nera
della gara.
Dato il percorso molto lungo la tappa si rivela piuttosto
tranquilla: la fuga (che raggiunge supera i 20’ dal gruppo) tenta di vincere la
tappa mentre gli uomini di classifica devono solo limitare i danni.
Tutti i GPM finiscono in tasca a Lagutin che coi suoi 22
punti prende la maglia di escalador.
Quando si inizia a “vedere” il traguardo, nella fuga, a 22’
di vantaggio, inizia tutta una serie di attacchi e contro attacchi: partono per
primi Gogl e Wallays, subito dopo scatta Wyss con Conti a ruota. Ci prova anche
Lampaert, dopo un piccolo scollinamento, seguito da Laengen e Lagutin: in breve
tempo i due gruppetti si riuniscono, i restanti sei uomini della fuga inziale
cedono. Il vantaggio sale a circa 20’’ quando parte in solitaria Valerio Conti
che guadagna in poco tempo 40’’ dagli inseguitori che non riescono a trovare un
accordo per raggiungerlo.
Conti prende l’ultima salita con 39’’ di vantaggio, Gogl
prova ad accorciare ma il tentativo fallisce e l’uomo della Lampre arriva allo
scollinamento con un vantaggio di 50’’. Poco prima di finire salita Lampeart
cede dal gruppetto, mentre Conti, rincuorato dalla sua ammiraglia, a 55’’, da
tutto quello che ha nella discesa finale.
Alla fine a vincere è proprio il giovane corridore romano al
quale facciamo i complimenti data la bellezza dell’azione.
L’hombre del dìa:
Valerio Conti, trova lo spunto vincente in un momento in cui scattare sembrava
da pazzi, un’impresa eccezionale!
Il peggiore: gli
inseguitori, non trovano un accordo per chiudere su Conti, operazione che
sembrava (soprattutto all’inizio) facilissima.
Voto alla tappa: 7/10,
tutto grazie alla fuga e all’azione di Conti. In pratica le telecamere sono
state tre ore dirette solo sui dodici uomini in fuga, il gruppo, giustamente,
si è riposato.
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