lunedì 30 maggio 2016

Le pagelle del giro

Le pagelle del giro
Partiamo dal podio finale di Torino:
Vincenzo Nibali: voto 10. Gesù per risorgere aveva impiegato 3 giorni a lui gliene bastano 2. Si porta a casa il suo secondo Giro, il quarto Gt,, negli ultimi tre anni, nessuno ne ha vinti come lui. Probabilmente una delle più belle imprese sportive degli ultimi 10 anni, alla quale non credeva forse neanche lui. Nessuno all’infuori del fidato Valerio Agnoli osava minimamente sperare, salvo poi salire tutti sul carro del vincitore. Vincenzo perdonaci tutti.

Esteban Chaves: voto 9,5. El colibrì per per i colombiani, il sorriso per noi italiani. Campione nello sport ancora di più nella vita, ha saputo emozionare tutti sia in sella alla bici nel tappone dolomitico sia giù dalla bici sapendo accettare la sconfitta con parole commoventi. Nei prossimi anni sarà un osso duro per tutti, ma finalmente abbiamo trovato un colombiano in grado di sorridere dopo i musi andini ombrosi di Quintana e Atapuma. Per concludere Beppe Conti ha rivelato che l’anno prossimo la Chiquita affiancherà la Orica dopo la pubblicità perfetta fatta durante la tappa di Guillestre. Perfetto Social Manager. P.S. merita una menzione la sua premiazione a Torino dove alzando un trofeo consegnatogli da una nobildonna sabauda giusto per toglierselo d’in casa sembra sollevi la Champions. Svuotacantine.


Alejandro Valverde: voto 7. Se soffri problemi di altitudine forse la vita del ciclista non fa per te, ma se a 36 anni è ancora là ed alla prima partecipazione al Giro riesce a salire sul podio vuol dire che forse non ha sbagliato tutto nella vita. Dopo essere stato abbastanza tranquillo per tutto il giro sul colle della Lombarda sembra preso da un attacco di personalità multipla: prima, dopo non aver tirato un metro tutto il Giro si inventa gregario di Chaves poi sul traguardo abbraccia Nibali come fosse il suo migliore amico (cosa assolutamente non vera, vedasi mondiale 2013). Onore delle armi a lui ma #jesuispurito e quello sgarbo al mondiale non potremo mai perdonarglielo.

Steven Krujisvik: voto 8,5. Per la gioia di chi incide il nome sul trofeo perde il giro alla terz’ultima tappa, si candida a superare mister “Konstantine Quelque chose” (Definizione di Wiggins) come nome più impronunciabile della storia del ciclismo. Per quanto visto nelle prime due settimane e mezzo è il vincitore morale del giro, ma il ciclismo è uno sport bastardo e per una curva sull’Agnello dà l’addio ai sogni di gloria. Ci vediamo l’anno prossimo con una squadra vera. A K. con autonomia.

Bob Jungels: voto 8. Riesce nell’accoppiata più ignorante della storia del ciclismo: maglia bianca dell’Eurospin unita alla Lidl come sponsor di squadra, il modo migliore per commemorare la scomparsa della Finkbrau. Per il resto ottimo giro, siamo curiosi di vederlo in futuro sia nelle corse a tappe sia nelle classiche. Sesso droga e pastorizia.

Darwin Atapuma: voto 10. Eroe tragico di questo giro. Il vero protagonista sulle montagne è lui, nel giorno dell’anniversario della morte della madre si stava involando verso una splendida vittoria di tappa ma il destino si è messo di traverso, nelle tappe successive appena uno sente nominare le parole salita e fuga immediatamente scorge anche il corridore colombiano, ma purtroppo questa vittoria non vuole arrivare. Ti aspettiamo ancora. Che guevara.

Matteo Trentin e Gianluca Brambilla: voto 9. I gemelli della fuga. Una tappa a testa e due giorni in rosa per brambilla che rimarrà nei nostri cuori per l’intervista di De Luca: “Resti in rosa per 1” davanti a Jungels” - ”Ah bene, complimenti.” - “A chi?” - “A me.” E soprattutto anche nel cuore di Auro Bulbarelli per aver girato il sequel della coppa Placci del ’92 con il povero Moser nella parte di Davide Cassani e Trentin nella parte di Bruyneel. Bonnie e Clyde. Menzione d’onore per tutta la etixx per l’ignoranza mostrata durante la premiazione a torino e complimenti ancora a Trentin che si aggiudica il premio Briatore come migliore Sciabolatore, classifica che vede all’ultimo posto il signor K.

Daniel Oss: voto 8. Telespalla Bob riesce ad aggiudicarsi l’ambitissimo premio della fuga e dei traguardi volanti e soprattutto a capire in cosa consistesse quel premio, consegnatoli con ancora l’etichetta del negozio cinese. Da ricordare sarà poi la sua esultanza con Eros Poli con il gesto dei soviet supreme (probabilmente saranno gli unici due in Italia a sapere chi sono). YOU OSS BABY.

Giacomo Nizzolo: voto 6. Avete presente la storiella del personaggio così sfigato che se partecipasse ad una gara di sfiga riuscirebbe ad arrivare secondo? Ecco quel personaggio è Nizzolo. Dopo essere arrivato secondo due volte riesce a vincere l’ultima tappa, ma viene (giustamente) squalificato. Sul podio per la premiazione della Maglia Rossa si candida con Fassino a fare da testimonial ad un’impresa di pompe funebri. Ultima cosa, è rimasto secondo nella classifica di chi è arrivato più volte secondo senza vincere una tappa al giro. Raymond Poulidor gli fa un baffo.

Michele Scarponi: voto 10. Come ha detto Nibali si merita una statua, senza di lui il siciliano non avrebbe conquistato il Giro, fosse stato capitano di un’altra formazione avrebbe potuto puntare tranquillamente alla top 3. Per il futuro il nostro sogno è vederlo telecronista appena concluderà la carriera. Gigi Sgarbozza del domani.

Un ringraziamento speciale poi da parte fugone 2,3 e 5 va a Nibali, Nizzolo e Nieve che hanno consentito una cospicua vincita. Di Hello Kittel, Attentialgorilla Greipel, attaccatiall’ammiragliasulPoggio Demar e Tom bellicapelli Domoulin non diremo niente perché chi prende il giro come un allenamento non merita il nostro rispetto. Meditate gente, meditate.

Fuori corsa

Una domanda ci assilla dall’inizio del giro, ma Nibali di tutti sti cellulari vinti cosa se ne farà? Nel giro di un mese è diventato il maggior importatore italiano di Huawei.

Inoltre chi sono il mastro lindo della Lotto NL Jumbo e il bomber della Etixx entrambi campioni di ignoranza?




Infine #malacarne?

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