Le pagelle del giro
Partiamo dal podio finale di Torino:
Vincenzo Nibali: voto 10. Gesù per risorgere aveva impiegato
3 giorni a lui gliene bastano 2. Si porta a casa il suo secondo Giro, il quarto
Gt,, negli ultimi tre anni, nessuno ne ha vinti come lui. Probabilmente una
delle più belle imprese sportive degli ultimi 10 anni, alla quale non credeva
forse neanche lui. Nessuno all’infuori del fidato Valerio Agnoli osava
minimamente sperare, salvo poi salire tutti sul carro del vincitore. Vincenzo perdonaci tutti.
Esteban Chaves: voto 9,5. El colibrì per per i colombiani,
il sorriso per noi italiani. Campione nello sport ancora di più nella vita, ha
saputo emozionare tutti sia in sella alla bici nel tappone dolomitico sia giù
dalla bici sapendo accettare la sconfitta con parole commoventi. Nei prossimi
anni sarà un osso duro per tutti, ma finalmente abbiamo trovato un colombiano
in grado di sorridere dopo i musi andini ombrosi di Quintana e Atapuma. Per
concludere Beppe Conti ha rivelato che l’anno prossimo la Chiquita affiancherà
la Orica dopo la pubblicità perfetta fatta durante la tappa di Guillestre. Perfetto Social Manager. P.S. merita
una menzione la sua premiazione a Torino dove alzando un trofeo consegnatogli
da una nobildonna sabauda giusto per toglierselo d’in casa sembra sollevi la
Champions. Svuotacantine.
Alejandro Valverde:
voto 7. Se soffri problemi di altitudine forse la vita del ciclista non fa per
te, ma se a 36 anni è ancora là ed alla prima partecipazione al Giro riesce a
salire sul podio vuol dire che forse non ha sbagliato tutto nella vita. Dopo
essere stato abbastanza tranquillo per tutto il giro sul colle della Lombarda
sembra preso da un attacco di personalità multipla: prima, dopo non aver tirato
un metro tutto il Giro si inventa gregario di Chaves poi sul traguardo
abbraccia Nibali come fosse il suo migliore amico (cosa assolutamente non vera,
vedasi mondiale 2013). Onore delle armi a lui ma #jesuispurito e quello sgarbo al mondiale non potremo mai perdonarglielo.
Steven Krujisvik: voto 8,5. Per la gioia di chi incide il
nome sul trofeo perde il giro alla terz’ultima tappa, si candida a superare
mister “Konstantine Quelque chose” (Definizione di Wiggins) come nome più
impronunciabile della storia del ciclismo. Per quanto visto nelle prime due
settimane e mezzo è il vincitore morale del giro, ma il ciclismo è uno sport
bastardo e per una curva sull’Agnello dà l’addio ai sogni di gloria. Ci vediamo
l’anno prossimo con una squadra vera. A
K. con autonomia.
Bob Jungels: voto 8. Riesce nell’accoppiata più ignorante
della storia del ciclismo: maglia bianca dell’Eurospin unita alla Lidl come
sponsor di squadra, il modo migliore per commemorare la scomparsa della Finkbrau.
Per il resto ottimo giro, siamo curiosi di vederlo in futuro sia nelle corse a
tappe sia nelle classiche. Sesso droga e
pastorizia.
Darwin Atapuma: voto 10. Eroe tragico di questo giro. Il
vero protagonista sulle montagne è lui, nel giorno dell’anniversario della
morte della madre si stava involando verso una splendida vittoria di tappa ma
il destino si è messo di traverso, nelle tappe successive appena uno sente
nominare le parole salita e fuga immediatamente scorge anche il corridore
colombiano, ma purtroppo questa vittoria non vuole arrivare. Ti aspettiamo
ancora. Che guevara.
Matteo Trentin e Gianluca Brambilla: voto 9. I gemelli della
fuga. Una tappa a testa e due giorni in rosa per brambilla che rimarrà nei
nostri cuori per l’intervista di De Luca: “Resti in rosa per 1” davanti a
Jungels” - ”Ah bene, complimenti.” - “A chi?” - “A me.” E soprattutto anche nel
cuore di Auro Bulbarelli per aver girato il sequel della coppa Placci del ’92
con il povero Moser nella parte di Davide Cassani e Trentin nella parte di
Bruyneel. Bonnie e Clyde. Menzione
d’onore per tutta la etixx per l’ignoranza mostrata durante la premiazione a
torino e complimenti ancora a Trentin che si aggiudica il premio Briatore come
migliore Sciabolatore, classifica che vede all’ultimo posto il signor K.
Daniel Oss: voto 8. Telespalla Bob riesce ad aggiudicarsi
l’ambitissimo premio della fuga e dei traguardi volanti e soprattutto a capire
in cosa consistesse quel premio, consegnatoli con ancora l’etichetta del
negozio cinese. Da ricordare sarà poi la sua esultanza con Eros Poli con il
gesto dei soviet supreme (probabilmente saranno gli unici due in Italia a
sapere chi sono). YOU OSS BABY.
Giacomo Nizzolo: voto 6. Avete presente la storiella del
personaggio così sfigato che se partecipasse ad una gara di sfiga riuscirebbe
ad arrivare secondo? Ecco quel personaggio è Nizzolo. Dopo essere arrivato
secondo due volte riesce a vincere l’ultima tappa, ma viene (giustamente)
squalificato. Sul podio per la premiazione della Maglia Rossa si candida con
Fassino a fare da testimonial ad un’impresa di pompe funebri. Ultima cosa, è
rimasto secondo nella classifica di chi è arrivato più volte secondo senza
vincere una tappa al giro. Raymond
Poulidor gli fa un baffo.
Michele Scarponi: voto 10. Come ha detto Nibali si merita
una statua, senza di lui il siciliano non avrebbe conquistato il Giro, fosse
stato capitano di un’altra formazione avrebbe potuto puntare tranquillamente
alla top 3. Per il futuro il nostro sogno è vederlo telecronista appena
concluderà la carriera. Gigi Sgarbozza
del domani.
Un ringraziamento speciale poi da parte fugone 2,3 e 5 va a
Nibali, Nizzolo e Nieve che hanno consentito una cospicua vincita. Di Hello
Kittel, Attentialgorilla Greipel, attaccatiall’ammiragliasulPoggio Demar e Tom
bellicapelli Domoulin non diremo niente perché chi prende il giro come un
allenamento non merita il nostro rispetto. Meditate gente, meditate.
Fuori corsa
Una domanda ci assilla dall’inizio del giro, ma Nibali di
tutti sti cellulari vinti cosa se ne farà? Nel giro di un mese è diventato il
maggior importatore italiano di Huawei.
Inoltre chi sono il mastro lindo della Lotto NL Jumbo e il
bomber della Etixx entrambi campioni di ignoranza?
Infine #malacarne?
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