giovedì 26 gennaio 2017

Auguri Sagan

Lettera al campione di tutto

Caro Peter,
innanzitutto auguri per il tuo 27esimo compleanno e un grazie per le imprese che ci stai regalando in questi anni che verranno ricordati come l'era Sagan, colui che ha salvato il ciclismo moderno dalle corse supercontrollate e scontate, dalle dichiarazioni banali e noiose. 


E pensare che la prima impressione che avevo avuto di te non era stata delle migliori: Tirreno-Adriatico 2012 correvi per la Liquigas di Nibali, nella quarta quarta tappa Vincenzo nell'ultimo km parte per andare a vincere la tappa, ma all'improvviso da dietro sbuca un ragazzo in maglia verde-bianca che supera il capitano, portandosi dietro Kreuziger diretto avversario per la generale, per andare a vincere. Quel ragazzo eri tu, gli insulti che ti sei preso quel giorno da parte dei tifosi e della squadra penso ti siano rimasti ancora addosso, anche se da grande corridore che sei due tappe dopo ti sei messo al servizio completo di Nibali permettendogli di conquistare l'abbuono decisivo per la vittoria finale. Errore perdonato e occhi puntati su un predestinato.

La vittoria incriminata

Nell'estate di quell'anno al Tour tutto il mondo ha potuto vedere il nuovo astro del ciclismo nella sua genuina interezza, da lì abbiamo imparato a conoscere le Saganate varie: dai festeggiamenti alla Forrest Gump, all'incredibile Hulk, all'impennate in qualsiasi momento anche sul Mont Ventoux, emblema della fatica al Tour, alle mitiche risposte come: "Sei l'Ibrahimovic del ciclismo?"-"Chi è Ibrahimovic?", o l'approccio alla miss sul podio delle Fiandre, passando per due anni di secondi posti al Tour che ci hanno permesso di gustarci ancora di più il tuo dominio incontrastato iniziato con un numero strepitoso al mondiale di Richmond; sei riuscito a metterci tutti a guardare le olimpiadi di mountainbike per sperare in una tua impresa, solo la sfortuna ti ha bloccato; ci hai regalato perle filosofiche come "Gli altri ridono di me perchè sono diverso, io rido di loro perchè sono tutti uguali".




Concludendo, Peter non cambiare mai, rimani quello di sempre, quello che non prende mai le cose troppo sul serio, regalati e regalaci ancora quello che manca al tuo palmares con la consapevolezza che il futuro del ciclismo dipende molto da te e per poter farci dire un giorno di aver avuto la fortuna di veder correre il primo Peter Sagan della storia.


Fugone 5.

P.S. Se a maggio non sai cosa fare c'è il Giro numero 100 che ancora spera di vederti alla partenza, dimostraci che se è impossibile vincere tutti i tre grandi giri in una stagione, non lo è vincere tre classifiche a punti.

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